Nella Santa Marta di ieri, Papa Francesco ha voluto pregare per le persone fragili colpite dal coronavirus e per gli operatori sanitari che ogni giorno li assistono.
Suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale della CEI per la pastorale delle persone con disabilità, ha commentato le parole del Papa, con una articolo pubblicato sul sito Vatican News.
Nel suo commento, Suor Veronica, ospite al Convegno Apostolico organizzato dall’Opera Don Orione nel 2018, ha voluto sottolineare che medici, infermieri ed operatori sono dei moderni “samaritani”, che ricevono come dono per il loro operato “il sorriso degli “scartati”: è un dono di Dio “mediato” da una relazione che ricorda quanto la vita sia preziosa e non un peso anche in questo tempo di Covid-19“.
Nei media trovano spazio solo notizie sensazionali e catastrofiche, di denunce e indagini, di percentuali di irregolarità, anche se notevolmente inferiori a quelle di regolarità. Eppure, prosegue Suor Veronica, “è straordinario quanto sta avvenendo in questi giorni, anche se non trova grande spazio nei media. Ci sono operatori medici e infermieri, sacerdoti, religiose e laici, che rischiando la loro vita sostengono le persone, utilizzando al contempo le tecnologie per mantenere vivo il rapporto tra i residenti e le famiglie, generando momenti toccanti di reciprocità, di ascolto e di preghiera. Alcune persone con disabilità che vivono in queste strutture hanno convertito le loro attività occupazionali in laboratori per la produzione di mascherine, sopperendo alle necessità dei loro operatori e non solo, diventando, per così dire, da assistiti a protettori“, come è accaduto al centro Don Orione di Chirignago.
Suor Veronica ricorda anche gli sforzi di creatività che la Chiesa sta facendo per continuare ad essere comunità viva, con il materiale messo a disposizione dalla Chiesa italiana sul sito https://chiciseparera.chiesacattolica.it. “L’antivirus è pregare insieme, senza confini!” afferma.
La crisi della pandemia ha rivelato anche la profonda crisi del nostro tempo, quella antropologica: la persona non è più al centro. Ma questo tempo può essere anche una grande occasione di rinascita. Suor Veronica conclude con queste parole il suo intervento, parole rivolte a ciascuno di noi: “Possiamo scegliere se essere come questi samaritani: “strumenti” a fianco degli “scartati” e degli “invisibili”, amando sino alla fine ogni uomo o lamentandoci e ripiegandoci, sognando l’isola che non c’è. ”