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15 Giugno 2015

Convegno “Ho sempre amato l’Abruzzo”

Carissimi Amici, un grazie particolare a ciascuno di voi oggi qui presente.

Avete voluto onorarci con la vostra presenza: questo per noi è un attestato di stima ed affetto che arricchisce ulteriormente il senso del nostro essere qui a Pescara da 65 anni, sempre con impegno, dedizione e gioia. Da questo Convegno, voluto e condiviso da tutta la comunità orionina di Pescara, vogliamo ricavare ulteriore spinta per continuare con ancor con più entusiasmo la nostra missione nel nome di Dio accompagnati dal carisma di San Luigi Orione.

In questo 2015 la nostra opera di Pescara celebra tre ricorrenze:

  • i 100 anni del terremoto della Marsica;
  • i 75 anni del ritorno al Padre di Don Orione;
  • i 65 anni della presenza dei figli di Don Orione a Pescara.

Tre eventi che ruotano intorno al cuore di Don Orione, cioè intorno al cuore di Dio.

Il Don Orione di Pescara oggi si può dire che lo conoscono tutti, chi più e chi meno. È  conosciuta l’attività che svolge e la professionalità che esprime in tutti gli interventi tesi ad  alleviare i dolori e le sofferenze dei nostri fratelli bisognosi od in qualche modo in difficoltà. Aiutiamoci con qualche dato statistico: nel 2014 sono state erogate circa 74.000 prestazioni socio sanitarie rivolte a 1.100 utenti nelle varie forme assistenziali (ambulatoriale, domiciliare, degenza diurna e degenza a tempo pieno). Sono 142 gli operatori alle dirette dipendenze a cui si aggiungono i consulenti medici e professionali che si avvalgono di strutture ed attrezzature specifiche per i vari campi d’intervento.

Questi sono numeri importanti, indicativi di un impegno e di una capacità operativa che nel corso degli anni hanno forgiato l’immagine dell’Istituto Don Orione di Pescara.

Questa sera, tuttavia,  vogliamo far conoscere qualcosa del Santo Fondatore alzando un velo per scoprire chi c’è dietro all’Opera di Pescara e a tutte le opere di Don Orione sparse nel mondo in più di trenta nazioni.

Allora permettetemi, innanzi tutto, di esprimere il mio grazie a Dio che ha guidato e continua a guidare la mano e il cuore dei miei superiori, inducendoli sempre a scelte oculate, e mettendo sempre al primo posto coloro che più necessitano di attenzioni e sostegno, e che Don Orione chiamava le perle della Divina Provvidenza.

Tali sono state per Don Orione, tali rimarranno per ciascuno dei suoi figli e per sempre.

Nel 1950, precisamente l’8 ottobre, Don Candido Di Stefano annotava, riferendosi all’area che era stata messa a disposizione dell’Opera: « trovai un gran campo di cavoli coltivati da Antonio Ballone. Fui ospite in casa del caro Abate Don Pasquale Brandano, che mi tenne a puro titolo di carità ,finché qualche settimana dopo mi potei trasferire nelle baracche arrivate il 28 ottobre da Avezzano e ricomposte dal falegname Attilio Di Brigida sui basamenti in cemento costruiti dalla Ditta Dario Budini, sotto la direzione del Geometra Giorgio Budini. Il 1 novembre 1950, mentre a Roma il Santo Padre solennemente proclamava il dogma di Maria Ss. Assunta in Cielo, molto umilmente celebravo la Prima Messa nella baracca-cappella»

Tra i primi sacerdoti che si adoperarono alla nascita dell’Opera Don Orione a Pescara non si può non ricordare Don Gaetano Piccinini, che da ragazzetto fu raccolto da Don Orione nel terremoto della Marsica e, divenuto sacerdote, fece onore in tutto il mondo al suo Abruzzo. Nel 1943, egli fu uno di quei tanti eroi sconosciuti che nel pieno della seconda guerra mondiale, quando la furia diabolica dei nazisti sembrava inarrestabile, rischiarono la vita pur di salvare gli ebrei perseguitati ed il cui destino sembrava ormai segnato.

Il 23 giugno 2011 alle ore 11,00 presso la Sala Congressi del Centro Don Orione di Roma, Mordechai Lewy, Ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, consegnò nelle mani di don Flavio Peloso, superiore generale degli Orionini, la Medaglia di “Giusto tra le Nazioni”, alla memoria di don Gaetano Piccinini.

La Medaglia dei “Giusti tra le Nazioni”, è bene ricordare, è la più alta onorificenza che lo Stato di Israele, ha conferito  a coloro che si prodigarono per la salvezza degli ebrei durante la Shoah.

Don Gaetano, dicevo, in data 27 gennaio 1951 a Don Candido così scriveva: «Ora l’Opera in Pescara è un filo, che il Signore farà diventare una fune»

Come ha fatto questo filo a diventare una fune?

Don Orione ha scritto tantissime lettere fino a qualche ora prima della sua morte; in una c’è un testo assai bello: «Miei figli, viviamo in Gesù! Perduti nel suo cuore, affocati d’amore, piccoli, piccoli, piccoli; semplici, umili, dolci. Viviamo di Gesù! Come bambini tra le sue braccia e sul suo cuore, santi e irreprensibili sotto il suo sguardo, inabissati nell’amore di Gesù e delle anime, in fedeltà e obbedienza senza limiti a lui e alla sua Chiesa. Viviamo per Gesù!  Tutti e tutto per Gesù; niente fuori di Gesù, niente che non sia Gesù, che non porti a Gesù, che non respiri Gesù!»

I Figli di Don Orione cercano di avere sempre un’antenna rivolta al cuore di Gesù, e un’altra rivolta al cuore dell’uomo, alle sue necessità materiali e spirituali.

Solo così saremo al sicuro dalle tentazioni che ci allontano dalla strada che Dio e dalla strada dei fratelli bisognosi e sofferenti.

Solo così quel filo, di cui parlava Don Piccinini, è potuto diventare una fune, perché aveva la sua forza nel cuore di Don Orione, e il cuore di Don Orione aveva la forza nel cuore di Gesù.

Solo così l’Opera Don Orione a Pescara potrà continuare ad essere un “faro di fede e di civiltà”.

 

Don Primo Coletta

Festa San Luigi Orione