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16 Maggio 2020

16 MAGGIO 2020: SOLENNITÀ DI SAN LUIGI ORIONE

Il messaggio del Consiglio generale dei Figli della Divina Provvidenza alla Famiglia Carismatica Orionina in occasione della festa liturgica di San Luigi Orione.

Carissimi fratelli e sorelle della Famiglia Carismatica Orionina,

La festa liturgica del nostro Padre Fondatore, San Luigi Orione, in questo 16 maggio 2020, accade mentre affrontiamo la dolorosa esperienza di una situazione emergenziale, causata da un’epidemia, che sconvolge la normalità della nostra vita.

Mai nella storia ci eravamo sentiti così insicuri e, forse anche, paralizzati dalla paura. Stiamo vivendo delle esperienze dolorose di fragilità e vulnerabilità, tipiche della nostra umanità. Stavamo camminando con un giusto orgoglio verso una crescente qualità della vita ma, all’improvviso, sembra che siamo rimasti senza orizzonte. Ora, nessuno è in grado di immaginare come sarà il futuro.

Richiamiamo un episodio della vita di Don Orione che ci aiuta a interpretare questo momento in modo positivo. Il barone Von Hugel scrive: «Quando la mia figliuola maggiore, circa otto mesi prima della morte, poté, da Roma, giungere al centro della terribile devastazione proprio allora causata – il 13 gennaio del ’15 – da un terremoto eccezionalmente violento, un contrasto impressionante venne a colpire in un tratto il suo spirito. Dinanzi a lei giacevano ammassi di macerie e rovine: l’orribile morte apparentemente cieca e stupida che aveva falciato delle povere famiglie con la brutalità delle forze fisiche, persino del gas e del fuoco; e gli abitanti terrorizzati non facevano altro che aumentare la crudele confusione. E nel mezzo della morte e del disordine si muoveva, completamente assorto nella sventura di quei poveri contadini, Don Orione, un umile prete, un uomo cui molti guardavano già come a un santo, sorto dagli umili e dai poveri, per gli umili e per i poveri. Egli portava due bimbi, uno su ciascun braccio, e ovunque andava, recava ordine, speranza e fede in mezzo a tutto quello scompiglio e quella disperazione. Mia figlia mi disse che ciò faceva sentire a tutti che l’Amore era proprio in fondo a tutte le cose, un Amore che appunto là per quei luoghi si manifestava attraverso il completo affettuoso dono di sé, di quell’umile prete».

Leggendo questa testimonianza viene spontaneo chiederci: io, figlio/a di Don Orione, cosa devo fare oggi per manifestare questo Amore?

Di fronte all’emergenza, come orionini non possiamo girarci dall’altra parte. Seguendo il nostro Fondatore, dobbiamo ravvivare la nostra creatività per aiutare a ricostruire ciò che abbiamo perso e per mettere in piedi, con l’arma della carità, un mondo più umano, meno diseguale, più simile al sogno di Dio. Siamo portatori di sollievo per i più sofferenti, tendere la mano a chi ha bisogno di noi. Già lo stiamo facendo in tanti posti e in tanti modi, continuiamo con coraggio e generosità! È questo il modo migliore per celebrare la Festa del Padre!

Dopo questa crisi la sofferenza maggiore non sarà causata dalla situazione finanziaria, seppur in gravi condizioni, ma dal senso di disorientamento, dalla perdita di fiducia, dalla mancanza di un traguardo chiaro che mantenga viva la nostra speranza. Don Orione è stato apprezzato perché “in quello scompiglio e quella disperazione”, “recava ordine, speranza e fede”. Il nostro apostolato – quindi, anche il nostro modo per celebrare degnamente la sua Festa – è mettere in atto il suo stesso dinamismo di “Servo di Cristo e dei Poveri”.

Quest’anno a celebrare in cielo, con Don Orione, ci sono anche alcuni fratelli e sorelle che l’esperienza del coronavirus ha toccato direttamente. Chiediamo anche a loro di benedirci e di intercedere presso il Signore che ispiri tanti giovani a prendere il loro posto.

Buona Festa!

                                                                                                                                Il Consiglio Generale dei Figli della Divina Provvidenza

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